Archeol. - Civiltà così chiamata perché
nell'epoca in cui questa cultura si diffuse, prese il sopravvento, tra i popoli
dediti all'agricoltura dell'Europa centrale (II millennio a.C.), il rito funebre
dell'incinerazione; le salme, infatti, venivano cremate e le loro ceneri deposte
entro urne interrate e riunite in necropoli. I più antichi sepolcreti a
campi d'urne che si conoscano sono quelli di Vatina-Elicevae nel Banato e quelli
di Lovasbereny in Pannonia, attribuibili entrambi all'Età del Bronzo.
Questa civiltà si diffuse dalla zona di Dali verso occidente penetrando
profondamente in tutta l'Europa centrale, raggiungendo la Francia sud-orientale
e spingendosi fino alla Penisola Iberica. In Italia il rito dell'incinerazione
penetrò solo più tardi seguendo la via orientale (valle della
Sava) o quella settentrionale (dal Ticino). Le prime necropoli di questo tipo si
ebbero in Lombardia - ben nota quella di Canegrate - e nella zona occidentale
del Veneto. Tipici di questa civiltà sono le urne cinerarie di forma
biconica lenticolare schiacciate con ornati a solco o ad incisione, la ceramica
a bozze (recipienti con piedini di tipo umano), i coltelli a forma di fiamma,
gli spilloni caratteristici per la testa sferoidale, le spade e gli elmi
metallici, i braccialetti nastriformi, le fibule foggiate a forma di archetto
per violino, ecc. Questa civiltà ha assorbito anche quella di Hallstatt,
che contraddistingueva la prima Età del Ferro dell'Europa centrale, ed
è terminata verso la fine dell'ultimo millennio a.C. sfociando in quella
detta di
La Théne.